
Ristrutturazione di un casolare di campagna in pietra sui colli di Apiro, nelle Marche
Il restauro di questo casolare è iniziato come restauro strutturale: sono stati rifatti i solai e sistemate le pareti esterne ed è stata in seguito da noi completata ridividendo gli interni e mantenendo pressoché inalterate le bucature esterne che erano già state divise.
Il casolare ha un grande tetto a capanna e, anche se è dotato di terzo livello, questo non è stato utilizzato come solaio ma lasciato a vista per mostrare la tripla altezza nella porta d’ingresso ad arco.
Per quanto riguarda la suddivisione degli spazi, al piano terra si trova la zona giorno con un salotto, una cucina e due camere per gli ospiti, mentre la zona notte al piano superiore è divisa in un secondo salotto, una zona studio e una camera con spogliatoio per i proprietari, molto privata.
Sempre all’interno è stato posto un pavimento riscaldato al piano terra, fatto in travertino a tre formati, mentre al primo livello è in legno, sempre riscaldato nella zona notte. I bagni, che al piano terra hanno lo stesso pavimento in travertino, al piano di sopra sono fatti in cemento colorato quindi senza alcun genere di mattonella, senza fughe, per seguire la matericità dell’edificio, dalla pietra esina dell’esterno al legno della zona notte. Il soffitto invece è in legno con travi, filetti e pianelle.
Al latere del casolare si trova un accessorio che da un lato è completamente chiuso e adibito a centrale termica e lavanderia, mentre dall’altra parte si trova un porticato chiuso su tre lati per poter pranzare all’aperto. C’è poi una dependance costituita di un unico ambiente, una volta ricovero per gli attrezzi, che ora è uno studio di pittura con camino, in calce colorata e con pavimento rigorosamente in cotto fatto a mano.
È presente anche una piscina a pianta quadrata e con spazio prendisole che si snoda a formare quattro petali. La piscina è completamente rivestita sia fuori che dentro in travertino chiaro per esaltare, data la profondità dell’acqua, il contrasto cromatico.

Ristrutturazione casale in pietra sulle colline di Pesaro con vista mare
Ristrutturazione casale in pietra: un progetto unico che parte da una struttura preesistente e che viene preparato ad hoc dall’architetto, studiando la situazione nella sua complessità, esaminando ogni aspetto passo dopo passo, a partire dalla locazione.
Sito tra i colli pesaresi, dai quali è facilmente raggiungibile il magico territorio Urbinate, questo casale in pietra da ristrutturare si trovava a una distanza molto esigua dalla strada, non permettendo perciò grande libertà di movimento e non permettendo alla struttura di essere dotata di una corte perimetrale. Inoltre, essendo il terreno scosceso verso la campagna, il progetto di ristrutturazione durato in totale 16 mesi, ha visto la completa demolizione del casale e la conseguente traslazione della sua sagoma ad esattamente 8 metri di distanza (andando a ritroso rispetto alla strada), in modo da poter garantire un’ampia superficie perimetrale da sfruttare a seconda di ogni esigenza o richiesta e soprattutto di poter godere dello stretto rapporto che il piano terra della casa ha con il verde giardino in tutti i suoi lati.
Le colline di Pesaro: informazioni sulla zona
Più ancora dell’Emilia e dello stesso Veneto, le Marche sono la regione dell’incontro con l’Adriatico. Questo piccolo mare d’eccezione qui si spiega più intimo, più libero e silenzioso, con i suoi colori strani che lo fanno diverso da tutti i mari della terra. Parlo di certi verdi freddi, grigi traslucidi, azzurri striati di rosso, che ricordano i marmi pregiati e le pietre dure.
(Guido Piovene)
I colli pesaresi sono un luogo a tratti onirico, dove si incontrano mare, città in lontananza e colline verdeggianti: qui, sorgono ville e casali che hanno una posizione privilegiata, difficile da trovare al giorno d’oggi. Quando, come in questo caso, si decide di spostare la struttura preesistente del casale di qualche metro per restituirle non solo una nuova bellezza, ma anche e soprattutto regalarle una posizione ancor più d’eccellenza, la nuova casa diviene un vero paradiso. Durante i lavori il casale in pietra è stata diviso in due unità immobiliari, una a est e una a ovest, entrambe con porticato.
Il panorama visibile dal portico lascia senza fiato: il mare in lontananza e i verdi colli conferiscono un senso di pace e tranquillità. Da qui è facile raggiungere sia la città di Pesaro che la magnifica Urbino, il cui centro storico è Patrimonio UNESCO sin dal 1998.
Ristrutturazione casale: gli interni
L’interno del casale in pietra è inoltre minimale e moderno, con elementi di design. Pavimento in cotto in alcuni ambienti, parquet in altri. Le travi a soffitto, i complementi d’arredo che mescolano l’essenziale, il bianco, il nero, il vetro con il calore del legno: per un ambiente che è fornito di ogni elemento necessario ma che, al tempo stesso, resta leggero, per conferire ulteriore spazio e respiro alla struttura. Uno spazio ampio, che si snoda in modo naturale fra esterno ed interno.
Ristrutturazione casale: l'esterno
Essendo già in precedenza fatto di pietra e come spesso accade durante la ristrutturazione di casali con demolizione, il paramento murario, così come i coppi antichi, è stato recuperato e riutilizzato per permettere alla struttura di avere la pelle originaria all’esterno, mentre all’interno si è optato per potenziare le caratteristiche antisismiche e termiche dell’edificio, adeguandole alle nuove esigenze. Il colore del mattone e dei coppi originari si sposa perfettamente con il contesto circostante, creando un continuum naturale, gradevole alla vista e solido nel tempo.
Nell’intervento si è deciso di aggiungere anche un ulteriore comfort esterno: la piscina con lato a sfioro e vista orientata verso il suggestivo panorama. Oltre a questo c’è un vecchio fenile che è stato riutilizzato coprendolo ma mantenendo i quattro lati aperti, come gazebo con forno a legna per le cene e i pranzi d’estate. Sottostante a questo gazebo si trova il garage interrato che serve le due unità immobiliari.
Ristrutturare un casale: un lavoro che, grazie ad uno studio minuzioso, trasforma gemme grezze, rare e antiche, in diamanti splendenti come in questo caso.

Casale Senigallia
Casale Senigallia presenta il tipico stampo rurale tradizionale delle Marche. Posizionato sulla sommità di una collina a ridosso del mare Adriatico, godeva già di una vista straordinaria che è stata pertanto mantenuta.
La struttura era disabitata da più di 40 anni, perciò presentava un tetto completamente collassato, un solaio collassato parzialmente e gravi lesioni strutturali, per cui la scelta è stata inevitabilmente quella dello smontaggio e del successivo montaggio dell’edificio nella medesima posizione, dopo attenta analisi geologica e l’inserimento di pali di fondazione in quanto il terreno non era eccellente nei primi 3-4 metri di profondità.
Casale Senigallia, la città e le sue colline: info sull’area
Casale Senigallia è nel comune di Senigallia, in provincia di Ancona. La città di Senigallia conta circa 45 mila abitanti e si affaccia sul mare Adriatico, con bellissime spiagge e un centro storico suggestivo. Le colline che contornano questa città sono verdi e ricche di vegetazione, fiori e piante. La tradizione marchigiana è qui presente ad altissimi livelli e concentrata nella presenza di proprietà come questa, che richiamano un passato contadino - dove la campagna era al centro della vita stessa -, senza scordare l’eleganza e la bellezza pura e semplice di materie prime uniche, preziose, locali.
Ristrutturazione di casale Senigallia: montaggio e smontaggio
Spesso si tende a pensare che un casale demolito e ricostruito perda la sua anima, quel nucleo di passato così a lungo conservato e custodito su di una terra che lo ha protetto: in realtà, per varie e differenti necessità strutturali che pongono al centro la sicurezza, molto spesso questa pratica si rende necessaria. I casali antichi hanno una valenza storica che risiede non solo nella struttura stessa, ma anche e soprattutto in ciò che la compone, pezzetto per pezzetto, mattone o pietra o trave di legno o pavimentazione che sia. Per questo, noi dello studio di Architettura Sergio Marinelli siamo amanti di un metodo che le nonne ci hanno tramandato e che non potrebbe essere più rispettoso, dell’ambiente come della tradizione: il riuso. Riutilizziamo, sempre nel limite del possibile, tutte le materie originarie della struttura che, una volta demolita, serviranno per costruire un nuovo casale, con l’essenza di quello presente in precedenza. Questa pratica permette non solo di preservare, intonse, tantissime caratteristiche dell’immobile, ma anche di ruotare la proprietà, qualora fosse necessario esporla ad una differente angolazione, per motivi legati alla luce solare oppure alla vista panoramica. In questo caso, ad esempio, ciò non è stato necessario, poiché il casale godeva già in precedenza di una splendida vista.
Gli interni di Casale Senigallia: fra luce e tradizione
Casale Senigallia è così suddiviso: al piano terra troviamo una camera degli ospiti, uno studio e due salotti. Nella parte alta invece si trovano due camere da letto con due bagni. Al piano terra è stato scelto un pavimento in cemento colorato, così come al primo piano. La camera dei proprietari è un ambiente molto particolare perché fornita di soppalco con proprio salotto, stufa e bagno, come un piccolo appartamento privato.
La luce è un elemento fondamentale, in ogni abitazione. Questa proprietà è dotata di numerose e ampie finestre che regalano differenti punti luce, tutti, a loro modo, importanti. Gli interni sono stati tinteggiati e arredati seguendo proprio questo concept, quello della luminosità che ben si sposa ad una struttura esterna in mattoni chiari e al verde tutto intorno.
Questa casa inoltre non ha sportelloni esterni e nello spessore della muratura tra la pelle di mattoni e il muro portante sismico e termico sono presenti degli scorrevoli, grate e zanzariere. Le finestre piccole invece presentano delle grate fisse.
Impianti ed esterni: fra ecosostenibilità e modernità
La caratteristica principale di casale Senigallia è oggi la sostenibilità: si tratta infatti di una casa dove non è presente il gas, ma solo energia solare, fotovoltaica e termica. In aggiunta, la termo-cucina rappresenta una grande risorsa: accendendo la piastra di cottura si scaldano i termosifoni e si regala all’intera abitazione un ambiente confortevole, a prescindere dal giorno o dalla notte. I pannelli fotovoltaici inoltre non sono stati posti sul tetto, come di consueto, bensì sul tetto della cover car che è in grado di ospitare fino a sei auto, dove troviamo anche un sistema di corrente trifase pronto per caricare macchine di ultima generazione (bastano quattro ore di carica per arrivare da Ancona a Milano!).
Occorre infatti precisare che, nonostante la tradizione venga rispettata nella sua totalità, per dotare Casale Senigallia della giusta e ancestrale essenza, la modernità fa la sua parte ed entra in gioco in maniera non invasiva, ma sempre decisiva e costante, come nel caso degli impianti sostenibili. Non esiste proprietà migliore di quella che rende omaggio alla tradizione, senza stravolgerla, ma che al contempo sa trarre beneficio dalla tecnologia e dalle tecniche all’avanguardia.
La piscina che correda il casale è a sfioro e vista mare, caratterizzata da un telo di PVC grigio antracite. Anche la piscina, come il resto del casale, viene riscaldata dal sole. Tutta l’impiantistica di Casale Senigallia infine è stata delocalizzata in una casetta di legno esterna, per non occupare spazio.

Restauro casale del Cervo a Ostra, nelle Marche
La caratteristica peculiare di questo casale è la posizione: proprio nei pressi di un bellissimo gelso centenario. La struttura, modificata durante due o tre epoche differenti, versava in una condizione fortemente compromessa e per questo il restauro del casale ha reso necessario smontare e rimontare il tutto nella medesima posizione, diversificando leggermente solo la quota per poter dare la possibilità all’edificio di avere il giardino. Solitamente inoltre, tutte le case coloniche, per un’esigenza del coltivatore diretto presentano una strada che circonda la casa, creando una sorta di rotatoria con la proprietà al centro, qualcosa di ormai desueto che nei nostri progetti siamo soliti modificare. Per cui, come in questo caso, il garage viene solitamente interrato.
Durante la fase di ricostruzione del casale è stata costruita la cantina, prima non esistente, e il paramento murario è stato riutilizzato. La struttura è stata migliorata dal punto di vista antisismico e termico e il pavimento in cemento colorato e resina è stato fornito di riscaldamento a pavimento. All’esterno perciò la casa conserva una forma molto classica, secondo i dettami che regolano il patrimonio edilizio rurale marchigiano, poi all’interno la modernità, data da questa resina colorata in grigio chiaro che crea un tappetto continuo e che si accoppia volutamente con il colore delle travi che non sono state messe a vista, prende il sopravvento. La casa è inoltre molto finestrata e ci sono grandi ambienti con le viste passanti, può poi avere un doppio uso, quando è molto caldo si sfrutta maggiormente il lato sud ovest, quando è freddo il lato sud est. Non ha dunque una parte predominante.
Al primo piano ci sono tre camere: due per gli ospiti e la camera padronale con bagno proprio e spogliatoio. Il pavimento è in rovere classico chiaro, mentre nei bagni non sono state utilizzate mattonelle ma solo resina.
La piscina non è posta di fronte al casale ma sopra, per poter godere del panorama da una posizione privilegiata e avere lo sfondo dello skyline del paese.

Restauro a Palazzo di Arcevia
Questo palazzo è situato in una piccola frazione dell’anconetano, Arcevia, ed è datato circa 1730. La dimora è stata costruita dalla famiglia Vici, una famiglia di architetti che ha lavorato nelle Marche, dove ha curato la costruzione sia della chiesa di Palazzo di Arcevia che di Morro D’Alba ed è proprio qui che è nato Andrea Vici, anche lui architetto. L’edificio chiude un lato della piazza principale, dove si trovano, oltre all’edificio con la porta d’ingresso: la chiesa, la sagrestia e altre case del paese.
Palazzo di Arcevia: al confine con la Gola della Rossa
Arcevia è un comune di appena poco più di quattromila abitanti, in provincia di Ancona. Si estende su una serie di bassorilievi appenninici, confinanti proprio con la suggestiva Gola della Rossa. La sua posizione la rende, nell’effettivo, una sorta di terra di mezzo fra il paesaggio collinare tipico dell’entroterra marchigiano e quello dell’appennino umbro, più caratterizzato dal monte. È perciò senz’altro privilegiata la sua locazione panoramica, immersa nel verde e distante 60 kilometri da Ancona.
Poco lontano invece, con meravigliosi siti naturali da scoprire come Le grotte di Frasassi, c’è Genga, ad una decina di chilometri. Arcevia, così come il suo piccolo centro cittadino, è un chiaro esempio ben conservato di storia antica marchigiana: conosciuta già in epoche lontanissime (si parla di testimonianze risalenti all’Età del Bronzo), dal XVI secolo ha rappresentato una tappa fissa delle estati degli aristocratici. Oggi conserva ancora mura suggestive ed edifici in pietra e mattoni d’altri tempi, come questo palazzo dall’aspetto rarissimo e unico che merita senz’altro una menzione particolare.
L'edificio a palazzo di Arcevia: gli interni
La caratteristica principale di questo meraviglioso Palazzo di Arcevia è sicuramente la presenza del giardino interno murato, comprensivo di chiesa fatta edificare in tempi simili dal padre di Andrea Vici, si pensa per via di una scampata disgrazia in cantiere.
Il palazzo, come del resto tutta Arcevia, è fondato sulla roccia e ha una suddivisione in tre piani: al piano seminterrato si trovavano un tempo le cantine dove venivano prodotti olio e vino, poi al piano terra si trovavano cucine e uffici, dove veniva controllato il cibo e tutto quello che veniva dai campi e infine il palazzo terminava con il piano nobile, dove viveva la famiglia, con quasi tutte le stanze affrescate. La vita, perciò, si svolgeva quasi tutta all’interno del palazzo perché la proprietà, nel cortile interno, aveva anche il pozzo privato e la chiesa privata.
Il restauro va avanti da diversi anni per via della sua portata, oltre che per poter trovare sia i materiali adatti che la giusta collocazione e la giusta suddivisione degli spazi rispetto alle nuove esigenze. Solo il piano nobile rimane quello che era un tempo. Si è pensato dapprima di sistemare la struttura, poi gli impianti e la facciata posteriore, inserendo le stesse cornici che si trovano sull’anteriore.
Gli interni, a parte il restauro totale di tutti gli affreschi del piano nobile, sono rimasti invariati. Solo i soffitti con le travi di rovere e filetti di rovere e belle pianelle antiche sono stati restaurati, è rimasto poi il grande camino della cucina al quale si è accoppiata la cucina più moderna. Per non mettere i radiatori al primo piano è stato applicato un sistema di raffrescamento e riscaldamento a pavimento, su un cotto del ‘700, senza fughe e a disegno.
L’importanza del legame con il passato: affreschi e materie prime
In questo caso, tutta la proprietà esclama chiaro e forte un legame indissolubile con il suo passato. Lo dichiarano gli affreschi e le materie prime con le quali è stata costruita e che si sono cercati di recuperare nella loro integralità durante i lavori. Il restauro, in questo caso, è fatto di passaggi di studio minuzioso, su come poter rendere al meglio la bellezza di un affresco a soffitto e di una parete in pietra, senza snaturare nulla di questa bellissima costruzione, non sottraendo ma anzi aggiungendo. Cosa si può aggiungere? Il comfort di una abitazione moderna, con sistemi di riscaldamento adeguati e all’avanguardia, con tecnologie che non disturbano l’ambiente e anzi, ne sposano la filosofia.
Palazzo di Arcevia: l’esterno
Dopo più di due secoli poi è stata costruita anche la piscina all’interno del cortile, con la cucina privata a vetrate per pranzi estivi, un tempo orangerie. In particolare, alla piscina si accede tramite la bellissima scalinata posta sul retro del palazzo, così da avere un angolo privato e paradisiaco da cui ammirare il panorama, immersi nella natura affascinante e unica di Arcevia. Palazzo di Arcevia è un esempio di restauro che spiega a fatti come il passato possa collocarsi perfettamente in una nuova epoca, non snaturandosi nel percorso ma raccontando qualcosa: un mattone, una trave, un affresco alla volta.

Tra i colli di Pesaro, a Cartoceto
Questo edificio, sito a Cartoceto, tra i fertili colli di Pesaro e Urbino, quando è stato visionato per il lavoro di restauro non si trovava nella posizione odierna, bensì ruotato di esattamente 90°. La prima decisione è stata perciò quella di distanziarlo un po’ dalla carreggiata, ruotandolo di 90° nella parete più lunga per esporlo meglio al sole, dotandolo inoltre di una scala esterna che prima non esisteva, e di una cantina. Il paramento murario è stato riutilizzato interamente e sono state apportante grandi modifiche volumetriche all’edificio.
Nella parte opposta alla scala si trova una grande tettoia rivolta verso il panorama mentre la scala è rivolta verso la strada. Tutta la parte del piano terra è dedicata ai proprietari con la loro cucina, il doppio salotto e la zona studio collegata anche alla cantina, dove si trovano la lavanderia e la centrale termica. Il primo piano invece, collegato dall’interno ma accessibile anche dalla scala esterna, è il vero e proprio B&B, dedicato interamente agli ospiti, con tre camere da letto e i loro bagni e il piccolo soggiorno per la prima colazione. Poi a seguire e di servizio a tutto questo edificio c’è la dependance che ha il garage interrato e una piccola unità abitativa sopra, utilizzata per cucinare per gli ospiti.
È in programma anche la costruzione di una piscina, che però non è una parte essenziale della struttura. La caratteristica principale di questo intervento è rappresentata infatti dalla cura dei due ettari parzialmente coltivati a ulivi nuovi e anche centenari. Cartoceto è famosa per la produzione olearia e la peculiarità di questo B&B non poteva che essere l’olio, per cui il prodotto locale viene promosso nei vari usi che se ne fanno, non solo tramite la semplice vendita, ma anche nella cottura oppure a crudo. L’olio è il padrone della proprietà: non vi sono infatti né vigna né orto.

Villa Marina. Restauro e ristrutturazione di una villa dell’Ottocento sulle colline di Recanati
Sita in provincia di Macerata, si tratta di una casa colonica di fine 1800, rimodernata e ampliata di un piano – tramite la realizzazione del “mezzanino”.
Villa Marina, abitata, ma in condizioni disastrate per via dei lavori che si sono susseguiti durante gli ultimi 80 anni, è stata soggetta a un restauro profondo: partendo dalle sottofondazioni, rinforzandole, fino al rifacimento dei solai, compreso quello della copertura, in modo da rivedere le altezze dei piani, rendendoli adeguati alle nuove normative.
Prima del restauro villa Marina era caratterizzata da mattoni faccia a vista, caratteristica che è stata mantenuta. Aveva inoltre una grande terrazza posteriore al primo piano, rifatta, mentre al piano terra è stato creato un giardino d’inverno, completamente vetrato, che affaccia sulla piscina.
Al piano terra si trovano un ingresso con soggiorno, una cucina e un tinello e poi a sinistra il secondo soggiorno, la sala da pranzo grande e formale, l’angolo bar e la stanza tv, separata dalle altre. La pavimentazione è stata completamente sostituita, utilizzando del cotto bicolore a disegno (al piano terra ogni stanza ha un motivo differente), tipico delle ville maceratesi.
Al primo piano invece, c’è la scala monumentale che, approdando al mezzanino, sfocia su una parte ellittica dove ci sono le porte delle quattro camere e della stireria. Dallo studio, con scala a chiocciola, si arriva al sottotetto.
Per quanto riguarda l’esterno, il parco è stato progettato all’italiana, con la casa al centro e uno sviluppo a croce, per un totale di due ettari e mezzo. Il viale è alberato, cipressi, lecci e pini. Il giardino, dopo una mancata manutenzione durata quasi 30 anni, è stato rimesso a nuovo, salvando molte delle essenze centenarie. Inoltre, il verde è stato reso ancor più suggestivo dall’istallazione di speciali faretti a led che illuminano le chiome degli alberi.
A compendio della villa troviamo una dependance, con accesso separato. La proprietà presentava già un campo da tennis, che è stato completamente rifatto utilizzando della terra rossa. È stata inoltre aggiunta una piscina nella zona sud ovest, in prossimità dell’edificio, fornita di un servizio igienico esterno, per chi utilizza la piscina e zona spa (quest’ultima formata da vasca idromassaggio, zona sauna secca e vasca interrata con acqua fredda).
Per garantire la privacy e l’ecosostenibilità si è creato un garage interrato per dieci macchine, ad impatto ambientale bassissimo e nel rispetto dell’intimità degli abitanti della villa, la cui parte privata si trova sul lato posteriore, perciò nascosta agli occhi di chi arriva con l’automobile.
Per quanto riguarda l’acqua calda e la luce sono stati installati dei pannelli solari termici e dei pannelli fotovoltaici. Inoltre, ci sono alcuni pozzi sotterranei funzionanti e una grande cisterna d’acqua piovana, i quali, attraverso un sistema idrico, permettono di rinfrescare la casa d’estate, scaldando l’acqua della piscina.
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Trattasi di un casale sui colli di Morro d’Alba, attorno alla zona di Senigallia, la cui costruzione in cemento risale agli anni ‘40.
Morro d’Alba fra vino e colline
Morro d’Alba è una cittadina di poco più di mille abitanti, in provincia di Ancona. Inserita fra i Borghi più belli d’Italia, si erge su un colle a 200 mt di altezza sul livello del mare. Poco distante dai due vivaci centri di Senigallia e Jesi, il suo paesaggio è variopinto e fatto di tutte le sfumature tipiche delle Marche: dall’Appennino alla verde collina, passando per frutteti, vigneti e il mare in lontananza.
Morro d’Alba è celebre in particolare per un vino molto amato, la sua preziosa Lacrima. La Lacrima di Morro d’Alba è un rosso che ha ottenuto la denominazione di origine controllata oltre 30 anni fa la cui produzione si concentra esclusivamente nella zona omonima. Si tratta però di un vino antichissimo: estremamente gradevole, semi-aromatico e dal sapore caratteristico, si dice persino che fosse il vino preferito di Federico Barbarossa!
La struttura del casale a Morro d'Alba
Questo casale sui colli di Morro d’Alba è stato trovato in condizioni di forte instabilità per via delle caratteristiche del terreno ma, nonostante ciò, non si è proceduto con la demolizione, bensì con il restauro della struttura esistente, mantenendo inalterata la forma della copertura e aggiungendo nella parte sud-ovest una piccola piscina. La scelta di chi opera nel campo della ristrutturazione è sempre legata alla sicurezza e, se non è possibile salvare la struttura – come invece è avvenuto in questo caso – si opta per una demolizione con ricostruzione fedele all’originale e recupero dei materiali.
L’interno e l'esterno del casale ristrutturato
Per quanto riguarda l’interno del casale le strutture dei solai del primo piano (travi e tavolato di rovere) sono state mantenute, mentre la copertura è stata completamente rifatta con travi, filetti e pianelle. Travi, filetti e pianelle caratterizzano anche il pergolato antistante la piscina, con pilastrature in legno. I mattoni che costituivano l’edificio non erano così esteticamente belli da poter essere messi a vista, perciò si è optato per l’intonacatura, metodo utilizzato anche precedentemente su questa struttura, questa volta con intonaco colorato. Il materiale utilizzato per i pavimenti al piano terra è il cotto, con sistema di riscaldamento a pavimento, mentre al primo piano è stato applicato del parquet in rovere. Gli ambienti inoltre sono stati resi molto luminosi, areati, con un interscambio di luce e aria tra il dentro e il fuori. La struttura e gli arredi mescolano perfettamente il minimalismo moderno con tutto ciò che c’è di tradizionale, dai materiali utilizzati fino ai colori. Ogni linea, ogni oggetto e complemento d’arredo è stato studiato per rendere l’ambiente non solo fedele all’originale, ma soprattutto armonico ed esteticamente d’impatto.
L’architettura è un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione, al di fuori dei problemi di costruzione, al di là di essi. La Costruzione è per tener su: l’Architettura è per commuovere.
(Le Corbusier)
Sulla struttura è stata operata una diversa rivisitazione delle parti orizzontali, prima esigue dal lato piscina, e una risistemazione del terreno, aumentato di un buon 30 per cento. Durante i lavori poi, la piscina è stata posizionata nel punto più panoramico del giardino. La scala esterna invece è stata rifatta rispettando le volumetrie precedenti. Era presente inoltre un altro edificio accessorio, un forno con un piccolo ampliamento per gli animali da cortile, il quale è stato non solo mantenuto perché in ottime condizioni, ma anche ampliato per realizzare una camera con bagno e ricavare una dependance per gli ospiti.
Casale a Morro d'Alba: un sapiente recupero
Sfruttare gli spazi già esistenti e renderli più vivibili è fra gli obiettivi di una ristrutturazione efficiente. Ad esempio, i casali presenti nelle Marche hanno spesso a disposizione edifici accessori che erano un tempo utilizzati per la lavorazione del cibo, lo stoccaggio o come stalla per gli animali. Queste strutture possono oggi essere trasformate e rese delle bellissime dependance, oppure delle casette ad uso esterno, magari per ospiti e amici durante una giornata in piscina.
La caratteristica principale di questa proprietà è il comfort: non è di grandi dimensioni ma in queste medie dimensioni c’è tutto quello che serve per poter vivere in serenità, avere degli ospiti e godere di un bel panorama con una piscina adeguata alle dimensioni della casa. Lo spazio va sfruttato al meglio, non occorre avere una struttura enorme per renderla una gemma, piacevole da ammirare ma soprattutto da vivere.

Ristrutturazione di Villa Malatestiana, una villa del ‘700 sui colli di Pesaro
Villa Malatestiana, una villa sulle colline di Pesaro, risale alla fine del 1700 e una volta era un convento, poi nel dopoguerra ha subito una radicale manomissione tramite un’operazione di innalzamento della soffitta per ricavare un altro piano e dividere la villa in due parti siamesi, con scale siamesi in calce struzzo. D’accordo con l’idea di riportare la villa alla soluzione originaria, unifamiliare, durante la ristrutturazione sono state demolite tutte le scale presenti, per ricorrere all’utilizzo di una scala monumentale semi curva con tromba centrale, nonostante, nella facciata sud, sia presente un particolare porticato con due archi e due ingressi, mantenuto per via dell’originale disposizione delle porte.
Il restauro e la ristrutturazione di questa villa a Pesaro è partito dal rinforzo delle fondazioni, tramite utilizzo di resine, fino all’aggiunta della scala e di un nuovo solaio, mentre la copertura è stata rimaneggiata posizionandola a nord per una questione termica. Per una questione di tradizioni e continuità invece, il pavimento del piano terra, risalente agli anni ’60, è stato demolito e sostituito con del cotto bicolore antico, anch’esso del 1700, quindi montato senza fughe. Questo cotto è stato reperito da un antiquario ed in seguito pulito e trattato, restituendo alla casa il suo pavimento.
Il piano terra della villa ospita la cucina, il tinello, la sala da pranzo formale, un salotto, un secondo salotto studio e un giardino d’inverno tutto vetrato, preesistente ma risistemato e dotato di una stufa, permettendo ad un angolo della villa di affacciarsi sul bel panorama. Al primo piano la divisione interna è rimasta inalterata, è stato aggiunto solamente un bagno per ogni camera e del parquet. Nel sottotetto sono stati ricavati gli ambienti di centrale termica, lavanderia e altre due camere.
Durante i lavori è stata creata la preziosa piscina, a sfioro, di forma ellittica, lunga 20 mt e larga quasi 11. La grande scala, anch’essa ellittica, che permette l’accesso alla piscina, serve anche per poter godere del panorama e prendere il sole. La piscina ha la parte interrata adibita alle pompe e ai filtri. Tutta rivestita in mosaico bicolore con alcuni motivi disegnati, azzurro come l’acqua e color sabbia, stesso colore della casa. La proprietà è ora dotata anche di campo da tennis e garage sotterraneo.
Ultimo volume ricavato è la dependance, ora adibita a garage. In ultimo, sono state trattate, potate e curate tutte le piante, gli ulivi e gli alberi da frutto.

Questa casolare a Cingoli, di fine XX secolo, ha una strutturata particolare arricchita da quattro ettari di terra lasciati volutamente incolti e una piscina Infinity con panorama notevole.
L’edificio è formato da un nucleo principale, il casolare in pietra, che viene collegato al nucleo secondario mediante due ambienti: il pianoterra e un terrazzo, un passaggio molto piacevole che regala alle due camere uno scorcio del panorama collinare dal “balcone delle Marche”, come Cingoli viene definita, fino ad arrivare a intravedere il mare.
Per quanto riguarda i lavori di ristrutturazione, all’interno di questo casolare sono stati utilizzati pavimenti in cemento colorato, senza perciò inserire piastrelle in nessun ambiente: una scelta particolare operata dai proprietari che rende il luogo ancor più caratteristico, mentre per la zona notte della camera da letto è stata pensata una parte in parquet. Inoltre, la linea della struttura dei solai è stata mantenuta così com’è stata trovata, mentre per quanto concerne il soggiorno vi è un ballatoio che lo circonda su due lati e da cui troneggia un camino circolare con la cappa a sbalzo, come se fosse un imbuto rovesciato. Proseguendo, il tutto è stato corredato da infissi resistentissimi in acciaio, di tipo industriale, come si producevano circa settanta anni fa, con un ulteriore rinforzo rappresentato dal doppio vetro, ma con spessori ridotti rispetto al legno, rendendo perciò l’infisso resistente ma non corredato da sportelloni interni, di nuovo una scelta atipica dei proprietari.
A compendio di tutto ciò, all’esterno, è stata realizzata la pool house e una piscina lunga quasi 20 metri con lato a sfioro, ovvero con la caratteristica di essere tagliato a metà: metà di vetro e metà di pietra.
La facciata del casolare infine, con tutte le sue imperfezioni, è stata mantenuta com’era ben cinquanta anni fa, sia per quanto concerne il casale che l’accessorio, per ricreare una sensazione del tutto naturale del passare del tempo.

Fonte di Castelplanio, un casale sui castelli di Jesi
Fonte di Castelplanio è un edifico costruito a fine Ottocento nelle vicinanze del paese di Castelplanio, sui suggestivi castelli di Jesi, oggi così famosi per il vino verdicchio, ed è completamente realizzato in pietra arenaria, caratteristica che lo rende molto suggestivo.
La parte esterna del casale, la pietra arenaria appunto, era già bellissima e in ottimo stato, con delle pietre particolari e una partitura che non era assolutamente necessario modificare, se non per eliminare alcune superfetazioni e per contribuire alla valenza estetica del luogo. La casa è stata infatti lasciata come in origine: con la stessa copertura a capanna, con le medesime aperture e sono rimasti inalterati sia il forno che le strutture interne, tra cui i soffitti. Per quanto concerne questi ultimi l’unica modifica è stata rappresentata dall’utilizzo di alcune travi di rinforzo. Le lievi modifiche hanno contribuito a preservare l’energia e la tipicità del luogo.
Solo il pavimento è stato sostituito: infatti un tempo le case coloniche non vivevano il piano terra come parte della casa stessa, bensì come stalla o cantina, dove dunque sostavano gli animali oppure i prodotti lavorati, dei locali che fungevano da vero e proprio uso lavorativo. Pertanto, per utilizzare questa parte, è stato arieggiato l’ambiente e il cotto misto a terra della pavimentazione è stato bonificato. Previa opportuna pulitura e stuccatura inoltre è stato possibile mantenere i soffitti, in questo caso sismicamente adeguati.
Al piano terra, dove appunto un tempo si trovavano i due grandi locali adibiti a stalla, oggi si trovano il salotto e la zona cucina. Al piano superiore sono state poi ricavate quattro camere e tre bagni, oltre ad un piccolo ripostiglio. Il terreno circostante poi, disposto su più livelli, ha la funzione di area ingresso e parcheggio oltre ad ospitare una piscina, rivolta sui verdi colli dei castelli di Jesi.
A compendio della casa ci sarebbe infine una dependance, non ancora pronta per ospitare persone.

Casale Spada a Filottrano
Casale Spada è un casale a Filottrano, in provincia di Ancona, nel cuore delle Marche. Si tratta di una casa facente parte di una grossa proprietà, che versava in condizioni critiche di conservazione e stabilità, essendo abbandonata da più di trent’anni, si è dunque dovuto procedere con la sua demolizione e successiva ricostruzione. Poiché la corte di questo casale a Filottrano non permetteva lo spostamento dello stabile si è deciso di rialzarlo di una quota di circa un metro dalla posizione originaria, in modo da renderlo meno succube della strada che gli sta a monte e rendere inoltre molto più godibile la parte di panorama sulle colline che è ben visibile dalle camere. Durante la riedificazione sono stati utilizzati materiali di recupero provenienti dalla struttura originale.
La caratteristica principale del casale a Filottrano riguarda la sua conformazione: è infatti stretta e lunga. In questo modo si crea una vera e propria successione degli ambienti: partendo dal piano terra dove si trovano una zona adibita agli ospiti, con camera da letto, una zona studio e la zona soggiorno doppia perché divisa da un camino bifacciale a ventilazione naturale che separa i due ambienti e infine una cucina con porticato ora vetrato per dare la possibilità di godere degli spazi esterni anche in inverno.
Per quanto riguarda i rivestimenti è stata scelta una strada più classica: dal cotto del piano terra e dell’esterno si passa al parquet della zona notte. Per la copertura sono stati utilizzati travi, filetti e pianelle per il piano terra, mentre per il primo livello si è pensato ad un tavolato. Il locale è dotato di riscaldamento a pavimento, non però dotato di raffrescamento, e di pannelli solari termici i quali permettono di avere acqua calda a sufficienza non solo per i comuni utilizzi ma anche per dotare il pavimento di ulteriore riscaldamento nelle stagioni intermedie.
A compendio del casale principale principale si trova una dependance, anch’essa riedificata e oggi attrezzata per essere utilizzata come garage e zona lavanderia. Il giardino perimetrale poi, per quanto sia stato possibile vista la scarsità di spazio, era arredato già naturalmente da un boschetto di olmi che lo rende veramente caratteristico, una peculiarità della casa.

La Fonte del Re, Casolare a Morro d’Alba
Questo casolare a Morro d'Alba, in provincia di Ancona, isi trova nella famosa zona caratterizzata da rigogliose colture del vino rosso Lacrima di Morro d’Alba.
L’edificio principale, che versava in ormai pessime condizioni strutturali, è stato demolito e poi ricostruito nella medesima posizione, dotandolo durante il processo di una cantina. Il casale rinasce come bed and breakfast ed è per questo stato suddiviso in modo da separare la zona per gli ospiti da quella privata. Al primo piano, interamente dedicato agli ospiti, si trovano tre camere da letto e tre bagni, mentre l’altra sezione di casa è quella privata, dei proprietari. Infine, peculiarità del casale è la soffitta nella quale, invece di utilizzarla come stanza da sbroglio, c’è una camera da letto con spogliatoio e un bagno, davvero particolare.
Essendo la funzione principale della struttura quella di B&B, si è deciso di utilizzare la vecchia dependance a scopo commerciale, tramutandola in una spa per gli ospiti con tanto di appartamento per chi desidera un vero e proprio soggiorno privato, con due camere da letto.
Per quanto riguarda i rivestimenti il pavimento è riscaldato e al piano terra è stata ricostruita la scala, scegliendo per i pavimenti la pietra di trani, una bellissima pietra chiara e anticata in tre formati che riveste persino la scala. La zona delle camere da letto invece è stata riscaldata otticamente dal parquet, le stanze inoltre hanno ognuna un colore e un nome differente, per via appunto della condizione di B&B. La dependance è invece molto più rustica nello stile, con cotto ovunque.
All’esterno si trova una bellissima piscina a sfioro lunga 20 mt che affaccia sui vigneti e nel cui ampio deck perimetrale è possibile progettare eventi quali degustazioni, concerti e altri tipi di intrattenimento per tutti gli ospiti della struttura e anche per più persone. Persino qui abbiamo il pavimento riscaldato, anche dal sole, mentre la piscina è riscaldata con pannelli solari termici.
A compendio di tutto ciò, nella zona circostante, si trova un piccolo spazio didattico: un orto predisposto per gli ospiti.

Il complesso consta di casa-dependance e vecchia cantina ed è sito a Poggio Montali nei colli del Verdicchio. Tutto tinteggiato di colori diversi ma armoniosi, sorge su un poggiolo con vista panoramica sulle vigne di proprietà e sulle campagne circostanti.
Durante la ristrutturazione della vecchia cantina, di piccole dimensioni, è stata mantenuta e adibita alla funzione di stoccaggio del vino, mentre gli spazi rimasti liberi sono stati rivisitati per realizzare parte della proprietà (precisamente l’attuale primo piano), mentre accanto alla proprietà, utilizzando quello che era in precedenza un vecchio fienile, sono stati ricavati due mini appartamenti che hanno come oggetto la messa in affitto. Infine, funge da tramite tra la casa e la piscina, il bellissimo porticato che può essere sfruttato durante le stagioni più piacevoli sia per delle degustazioni di vino che per pranzi o cena in compagnia, godendo dell’ottimo panorama.
La casa era in origine solo colonica, ora invece ospita due camere, un ufficio e la sala degustazioni. Una scala conduce poi alle cantine le quali, a loro volta, hanno un accesso diretto alle vigne. Una caratteristica da notare della casa, la quale non permetteva l’utilizzo di mattoni faccia a vista, è il gioco che è stato creato attraverso l’uso di colori cromatici forti che creassero un senso di importanza, conferendolo alle due unità immobiliari. All’interno degli appartamenti si sono utilizzati materiali in cotto e il tetto è stato creato con travi e pianelle, mentre i pergolati con frangisole molto leggeri.
Le finestre sono state accentuate al piano terra con delle cornici e tutta la parte antistante, prima in ghiaia, è stata pavimentata per collegare le tre unità: casa, piscina e dependance. Va specificato che la cantina, caratteristica fondamentale dell’edificio principale color cotto, si snoda nella parte più lunga della casa ma possiede in realtà una superficie tripla rispetto a quella visibile fuori dal terreno.

Un casale a Cingoli
Originariamente questo casale a Cingoli (sito ad Avenale di Cingoli)si trovava in prossimità della strada ed era stato manipolato nel tempo con l’aggiunta di varie aggregazioni di diversi stili. La prima scelta è stata quella di distanziarlo dalla strada, ponendolo in una posizione ancor più suggestiva per la godibilità del panorama che è il pezzo forte non solo della casa ma anche del territorio: Avenale infatti, poco sotto Cingoli, è a 500 mt di altezza sul livello del mare e la zona intera è chiamata “balcone delle Marche”, poiché da qui sono visibili il Conero, i Sibillini e persino il mare.
Questo casale a Cingoli ha la struttura interna progettata per essere antisismica e termica, mentre l’esterno non è fatto in mattoni ma in pietra, riutilizzata dalla struttura originaria, in seguito alla demolizione, e poi integrata con altra pietra per via delle continue modifiche apportate alla struttura in epoche moderne. La casa è dotata di cantina e non è presente il gas, quindi ha la caratteristica del riscaldamento a pavimento.
Per quanto riguarda la divisione degli ambienti al piano terra ci sono una camera da letto, una cucina e un soggiorno, mentre al primo piano troviamo due camere per gli ospiti e due bagni. Al piano terra è invidiabile il bel portico dal quale è possibile godersi tutto il panorama. Essendo una casa priva di gas è da notare la presenza della termocucina, utile non solo per cucinare ma anche per riscaldare il soggiorno.
A compendio troviamo la dependance degli ospiti e anche il garage, la cui copertura posta rigorosamente a sud è il collettore solare della casa che, tramite pannelli fotovoltaici, dona tutta l’energia necessaria e utile per le utenze e il riscaldamento.
In questa proprietà la piscina, dalla forma classica, si trova in una posizione più bassa di circa 1,5 mt rispetto alla casa, per via della condizione del terreno. I tre elementi infatti: casale, dependance e piscina sono posti su tre livelli differenti.

Monastero dei Favari in Apiro
La caratteristica principale di questo monastero in Apiro, che prima dell’intervento presentava una scala esterna posticcia che portava al primo piano del monastero poi eliminata, è l’ingresso. Questo è infatti rappresentato da un corridoio passante, che porta direttamente dalla parte anteriore a quella posteriore, per cui il monastero ha due facciate identiche. La parte posteriore dell’edificio è rappresentata dalla zona privata, che un tempo era coltivata a orto e culminava in un piccolo cimitero di cui non vi è più traccia se non per i cipressi secolari.
Questa proprietà era in precedenza un monastero, dotato di una chiesa propria e una superfetazione sulla sinistra poi adibita a stalla. Lungo il corso degli anni la chiesa è rimasta, mentre il monastero è stato trasformato nell’edificio del coltivatore. La stalla invece è stata costruita con materiali moderni degli anni ‘60 perciò, durante i lavori di ristrutturazione, si è deciso di demolirla completamente per riportare l’edificio principale, quello del monastero, alla sua originaria unità volumetrica.
La prima opera di ristrutturazione ha coinvolto il rifacimento dei solai e delle coperture della chiesa, così da non danneggiare la volta a botte, ripristinata dopo che era stata rimaneggiata durante il periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale.
L’edificio principale è poi stato dotato, a tutti i livelli, di pavimento riscaldato per poter regalare un’immagine del monastero senza l’impedimento visivo dei termosifoni, permettendo di preservare la struttura di fine ‘700. Il monastero in Apiro inoltre aveva già due camini interni nel piano terra.
Per quanto riguarda la divisione degli ampi spazi, al piano terra del monastero si trovano: cucina, sala da pranzo, primo salotto, secondo salotto e sala tv, bagno, zona giorno e lavanderia. Al primo livello abbiamo quattro camere da letto con quattro bagni e al secondo altre due camere con un bagno. Si tratta di camere matrimoniali, visti gli spazi a disposizione. Parlando di pavimentazione, tutti gli ambienti compreso il bagno sono dotati di pavimenti in cotto fatto a mano.
All’esterno, nella zona sud ovest, c’è la piscina, molto naturale perché non ha alcun rivestimento ma solamente della vernice colorata, che viene ripristinata ogni 2-3 anni. La chiesa invece è sempre stata intonacata e, per conservare il suo stile originale, è stata mantenuta tale, così come la patina che la caratterizzava quando è stata ritrovata. Solamente timpano e cornicione sono stati dotati di mattoni faccia a vista.

Piscina nel centro di Jesi

Ca' del Pero, ristrutturazione di un casale a Cingoli
Ca' del Pero è un casale posto in una valle di olivi centenari, interamente visibile dalla piscina di proprietà. Sito a Cingoli, è stato da noi terminato di restaurare dopo il precedente intervento che aveva già visto la parziale ristrutturazione del primo piano, dove si trova la zona notte. Nonostante la caratteristica di essere stato parzialmente ristrutturato infatti, il piano terra era invece rimasto completamente intoccato, come da vecchia destinazione, cioè adibito a stalla e deposito di mangimi per piccoli animali da cortile.
Durante il restauro il piano terra è stato interamente bonificato, smantellando l’utilizzo precedente e dotandolo degli ambienti necessari alla zona giorno: una cucina, una sala da pranzo, il salotto corredato da caminetto (forte elemento tipico della tradizione marchigiana) e un pergolato sotto al quale poter sostare godendo della fresca brezza oppure, perché no, da sfruttare per pranzi e cene all’aperto assaporando tutta la tranquillità della campagna. Al primo piano, dove si trova la zona notte, ogni cosa è invece rimasta inalterata, sia le due camere che il bagno. C’è poi un terzo piano, una soffitta, poco praticabile ma utile per il disbrigo e l’accantono delle cose che vengono utilizzate di rado.
È importante dire che i lavori operati per ricavare cucina, sala da pranzo, salotto, lavanderia e bagno sono stati effettuati mediante l’utilizzo di materiali locali. Gli interni sono stati trattati con calce colorata, mentre le travi a vista hanno mantenuto il loro colore scuro tipico della quercia.
Per quanto riguarda l’esterno invece probabilmente l’intervento più particolare che è stato effettuato riguarda la posizione della piscina, costruita in una zona sopraelevata, a circa un metro e mezza di altezza dalla casa, perciò un po’ più distante rispetto al solito. Questo sia per risolvere dei problemi di naturale pendenza del suolo che per conferire una particolare vista, in modo che proprietari e ospiti potessero godere del panorama da una quota più alta rispetto all’abitazione.

Il negozio Natalucci a Jesi
La ditta storica Natalucci aveva l’esigenza di ampliare la sua sala mostra, dotando la parte interrata di magazzino: da qui nasce questo progetto.
Il nuovo negozio Natalucci a Jesi si presenta staccato da due capannoni coperti con volta a botte, risalenti agli anni del dopoguerra, pur mantenendo la copertura a capanna con un corposo cornicione in calcestruzzo di forma classica. Le finestre del primo piano, adibito a sala mostra di materiali edili, sono strette e lunghe, mentre al piano terra, trattandosi di una vera e propria vetrina, le finestre sono più grandi, perché servono a dare maggiore visibilità al pubblico.
A collegamento tra il piano terra e il primo piano troviamo la scala curva con elementi prefabbricati, non un’opera monumentale ma comunque di forte impatto visivo. Sopra di essa si trova una piramide di vetro, a creare una cascata di luce che, oltre ad illuminare il primo livello, porta luce al piano terra, dove, all’ingresso, c’è un pavimento di resina nera che inevitabilmente assorbe luce, conferendo tonalità di neri e grigi a tutta la sezione. È perciò per garantire lo stacco che si è deciso di creare al primo piano, oltre alla scala, giochi di luce attraverso l’utilizzo della resina bianca e della copertura in legno con capriate tutte quante decapate bianche. Lo scopo è stato quello di produrre due momenti cromatici emozionali tra piano terra e primo piano.
A fianco della scala abbiamo poi l’ascensore e una scala tecnica vetrata, la quale incerniera l’angolo del fabbricato, spezzandolo come se fosse un parallelepipedo di vetro. All’interno del negozio Natalucci ci sono poi dei parallelepipedi di vetro adibiti ad uffici open space, ed il primo piano termina con una sala conferenze da 80 posti, la quale, con la sua copertura a botte uguale a quella della vecchia sede, crea un collegamento tra le coperture dei capannoni e la struttura.
Essendo un negozio e dunque aperto al pubblico si è scelto di dotarlo di un impianto di climatizzazione caldo-freddo e di regolazione automatica della luce, sia come intensità che per le schermature solari, in modo da proporre i materiali in mostra nel massimo splendore. È stata inoltre usata la domotica per facilitare la funzionalità della struttura.

Restauro di Villa Fabbro, una villa dell’Ottocento a Jesi
Villa Fabbro, sita nell’attuale periferia di Jesi, risale circa al 1750 ed era all’epoca una dimora di caccia di una nobile famiglia marchigiana.
In origine, guardando la facciata, erano presenti solamente le due torri laterali. Un secolo dopo, sono state unite per poter ricavare un altro piano, quello con le tre finestre ad arco.
Villa Fabbro è vincolata dalla sovrintendenza, per via della sua valenza storica, dal parco fino agli affreschi del piano nobile. In due secoli di storia l’edificio è divenuto persino una filanda: nell’ultimo livello, demolendo il sottotetto, erano stati posti tutti i macchinari e il piano nobile era stato adibito ad uffici. Durante la ristrutturazione invece il piano nobile è stato riproposto nella sua posizione originaria di unico appartamento e, nel sottotetto dove si trovavano i macchinari della filanda, sono state ricavate due unità immobiliari ricollegate con le soffitte, ora diventate dei sottotetti abitabili.
L’operazione di restauro è stata molto complessa, in quanto Villa Fabbro era in stato di degrado e abbandono, con alcune parti della copertura crollate. Oltre ai regolari lavori di manutenzione e ristrutturazione si è deciso di aggiungere, sotto la grande terrazza panoramica, dei garage e posti auto per dare ricovero alle macchine senza incidere sul giardino, limitando così l’impatto ambientale.
Per quanto riguarda la casa al suo interno è ora completamente elettronica, con la presenza di pavimento riscaldato e raffrescato e domotica (meno cavi per consentire meno sventramenti della struttura). Inoltre, si è creata nella parte destra una collina artificiale nella quale sono stati posizionati pannelli fotovoltaici, in modo da consentire la potenza ed energia necessaria.
L’androne d’ingresso è passante e affrescato, è stato inoltre smontato tutto il pavimento e, utilizzando la pietra della Gola del Furlo, rifatto con colori bicromatici per riportarlo ad antico splendore. Gli infissi sono stati realizzati copiando vecchi infissi in legno, così come è accaduto con la manifattura delle persiane.
È stata operata un’estrema pulizia del tetto e non è stata utilizzata alcuna canna fumaria per non modificare l’architettura del tetto a padiglione. La facciata è stata mantenuta curva in mattoni, mentre la parte superiore è rettilinea, creando un armonico contrasto.
Anche la scalinata è stata oggetto di restauro, utilizzando il calco degli originali pilastrini in cemento vibrato ormai danneggiati dal tempo.
Il parco è stato risanato ma senza alcun taglio di alberi, solo attraverso potatura. È stata poi ripristinata la fonte antistante alla scala principale d’ingresso, ora funzionante. Originariamente, la fonte forniva l’acqua alla Piazza di Jesi, dove si trovava una bellissima statua con obelisco e leoni, poi negli anni spostata di sede. Questo accadeva in quanto la proprietà si trovava a 10 mt d’altezza, in linea d’aria, rispetto alla piazza.
Villa Fabbro era originariamente utilizzata come dimora estiva, per la caccia e per godere del bel panorama, ormai purtroppo danneggiato dall’avvento dell’industria, che ha tramutato la zona in zona industriale. Oggi infatti la dimora è accerchiata da case e strada, ma non per questo ha perso il suo fascino.

Edificio storico nel centro di Jesi
Un edificio storico è molto più di una semplice struttura abitativa. Si tratta di casali, ville e casolari che racchiudono al proprio interno una storia antica, la custodiscono gelosamente e la raccontano solo a chi sa ascoltare, a chi sa coglierne il valore.
Attraverso mura di pietra, mattoni, travi in legno, forme, geometrie, ambienti e sfumature un edificio dal carattere storico non smette mai di sorprendere e il suo potenziale, una volta restaurato e rinnovato, è elevatissimo. Decidere di donare una seconda vita a una struttura di questo tipo ha un enorme valore, con risultati magnifici.
In questo caso, si trattava in origine di una struttura di fine Settecento per molti anni adibita a struttura alberghiera, sin dagli anni ’20 del 1900, e prospicente alla piazza centrale di Jesi, connessa non strutturalmente ma in adiacenza con il Teatro Pergolesi. Dopo alterne vicende dell’albergo e a seguito della chiusura – durata più di 30 anni – l’ edificio storico è stato rimesso a nuovo, operando un cambio di destinazione d’uso e trasformandolo in un condominio.
Cambiare destinazione d’uso, infatti, è utile per ridistribuire gli spazi, talvolta troppo estesi, di un immobile. L’importante comunque è sempre rispettare il carattere e il valore storico dell’ambiente, impiegando, per quanto possibile, il riutilizzo dei materiali.
L'intervento sull'edificio storico
All’interno del condominio, dove prima si trovava una specie di discarica, è stato creato un giardino, su due livelli diversi, che è in grado di servire gli appartamenti, anche questi posti su due livelli differenti. La caratteristica principale che è stata presa in considerazione durante i lavori di ristrutturazione dell’ex albergo riguarda il miglioramento della struttura antisismica, rendendola funzionale dalle fondazioni fino al tetto e mantenendo sempre l’impianto ascensore.
Quella che in precedenza era stata la hall dell’ingresso e che si trovava nella parte più bassa dell’edificio storico, è stata modificata fino a cambiare destinazione e ora è adibita a garage per coloro che intendono utilizzarlo, per contribuire dunque ad offrire un ulteriore servizio. La zona garage è stata dotata anch’essa di ascensore che serve tutti gli appartamenti realizzati e che li collega alla soprastante Piazza della Repubblica, cuore della città di Jesi.
Jesi e il suo carattere storico
Jesi è un comune marchigiano in provincia di Ancona, situato nel cuore della regione. Il suo aspetto, così preservato nel tempo, è indice di un forte passato, di tante contaminazioni e di tradizioni che restano e lasciano il segno. Infatti, il suo profondo carattere storico lo rende davvero un luogo magico, una splendida oasi di pace dove insediarsi per vivere in serenità e godere di panorami unici.
Le Marche sono una regione poliedrica: qui è possibile trovare situazioni incontaminate di mare, montagna, collina e città, a pochi chilometri gli uni dagli altri, per non dover davvero rinunciare a nulla.
Edificio storico e sicurezza
Tornando all’edificio storico restaurato a Jesi, come già detto in precedenza sono stati effettuati molti miglioramenti per rendere la struttura del tutto antisismica ed è per questo che sono stati utilizzati materiali resistenti come l’acciaio per tutti gli architravi, le cerchiature delle aperture e anche per rifare i solai in modo da renderli più leggeri e più resistenti rispetto a legno o calcestruzzo.
È stato appurato che tutto ciò ha avuto un’ottima resa, visto che l’edificio ha superato indenne l’ultimo terremoto che ha colpito le Marche e anche quello più piccolo e precedente dell’Aquila, dimostrando così la validità dei lavori e la qualità dei materiali utilizzati. L’aspetto della sicurezza è per noi è un elemento chiave, in ogni fase dei lavori.
Ristrutturare, come amiamo ricordare, significa restituire una nuova vita ad una abitazione, ristrutturare significa infatti letteralmente “strutturare di nuovo”, perciò è fondamentale, nel processo, non “snaturare”, che invece vuol dire “perdere natura”.
La natura, il modo in cui un edificio nasce e viene generato con il tempo si tramuta in storia, e questa storia è importante perché è filo conduttore fra il passato e ciò che accade oggi. L’architetto Sergio Marinelli ha sempre a cuore la storia del territorio in cui opera e delle sue edificazioni, per restituire al cliente un edificio storico che sia al contempo personale, sicuro ed efficiente, ma anche fedele all’originale.

Casale a Morro d’Alba
L’intera struttura di questo casale a Morro d'Alba versava in pessime condizioni strutturali pertanto l’edificio è stato demolito e ricostruito nella medesima posizione, già di per sé buona, e alla casa è stata aggiunta una piccola parte adibita a cantina. A fianco inoltre si trova una dependance la cui utilità principale è l’accoglienza degli ospiti e nella quale sono presenti una camera da letto, un bagno e un ripostiglio. Durante la ricostruzione sono stati riutilizzati i mattoni per il rivestimento della nuova struttura, ora antisismica.
Il casale è sito a Morro d’Alba, in provincia di Ancona, zona famosissima per il vino rosso Lacrima di Morro d’Alba, ha una superficie totale di 350 mq ed è suddiviso su due livelli. Gli ambienti sono stati mantenuti ampi e sobri: non sono stati frazionati né divisi in piccole stanze ma sono stati lasciati aperti per permettere di apprezzare il doppio prospetto est-ovest senza l’intralcio dato da stanze chiuse e corridoio. Al piano terra del casale a Morro d'Alba si trovano due ampi salotti, la cucina e il tinello. Una scala, anch’essa strutturalmente modificata perché resa più comoda e di una forma a mezzaluna, porta al piano di sopra dove si trova la zona notte: una grande suite e tre camere da letto matrimoniali.
La peculiarità più grande è il bagno: 20 mq nei quali si trovano solo i servizi igienici e la vasca da bagno, per volontà dei proprietari i quali hanno preferito non modificare nulla della struttura.
Per quanto riguarda i rivestimenti invece il tetto è stato rifatto con travi, filetti e pianelle, così come il solaio al piano terra. La decisione di tenere molto chiari gli infissi in stile inglese inoltre, con il vetro frazionato, è stata una scelta dei committenti che, nonostante risulti lontana dallo stile tradizionale delle case coloniche marchigiane, risulta molto gradevole allo sguardo.
All’esterno, in un secondo momento, è stata aggiunta una grande piscina molto moderna nella parte posteriore della proprietà, forse per riprendersi parte di quella modernità che la casa non ha.

Sant'Elia, restauro di un casale nella campagna di Filottrano
La casa, che risale ai primi anni del XX secolo, è caratterizzata da un ampio terrazzo al primo piano da cui si gode della suggestiva vista sulla campagna di Filottrano. Nelle immediate vicinanze del casale si trova un altro volume (un vecchio silos), ora tramutato in bagno, nonché una grande piscina a sfioro e un bar.
Il casale ha una superficie coperta di circa 350 mq suddivisi in: seminterrato utilizzato come cantina, piano terra, primo piano e sottotetto. Il restauro eseguito ha mantenuto inalterati i volumi, aprendo in compenso molte porte finestre sul prospetto sud, quello maggiormente panoramico, per permettere ai proprietari di poter ammirare le bellezze della campagna anche dall’interno.
È un casale abbastanza complesso perché composto da più volumi, differenti tra loro. La proprietà consta infatti di una casa principale, la prima superfetazione e la seconda. La casa principale ha due livelli più una soffitta, la prima superfetazione, compresa di terrazzo, è stata mantenuta, così come il terzo volume, coperto a capanna, che era originariamente un ricovero per animali da cortile ma che è ora stato adibito a garage. Nel lavorare su quest’ultimo pezzo è stata operata la scelta di dotarlo di cantina con ingresso dall’interno, in quanto i proprietari dell’immobile producono, a livello artigianale, sia olio che vino.
Nella casa principale, al piano terra, troviamo cucina, sala da pranzo, salotto, lavanderia e bagno. Tutto con pavimento in pietra di Trani anticato. Al primo piano invece si trovano sia la camera da letto con terrazzo che il mezzanino, il legno utilizzato per il pavimento è rovere massello.
La casa è dotata di impianto solare termico e di riscaldamento e raffreddamento a pavimento. Tutta l’impiantistica è stata posta sotto terra.
Il casale nella campagna di Filottrano è contornato da circa 4 ettari di terreno piantumato a ulivi, un altro mezzo ettaro è invece piantumato a vigna. Tra vigna e ulivi c’è un volume completamente interrato da utilizzare per la sosta dei mezzi agricoli.

Mulino del Barchio, un vecchio mulino a Cupramontana
Mulino del Barchio è un vecchio mulino in pietra costruito alla fine dell’ottocento nell’attuale vallata di Cupramontana, chiamata anche “la valle dei mulini”. Si tratta appunto di un ex mulino, che assieme ad altri per due secoli ha sfruttato la fonte dell’Esino a scopo produttivo. Il vecchio mulino è stato attivo fino a 30 anni fa circa e pertanto, al principio dei lavori, era forte l’idea di riportarlo in funzione, poi rivalutata per via del potenziale del luogo, scegliendo di fare della struttura un B&B.
Durante il restauro sono stati mantenuti i tratti originari della facciata, mentre la destinazione dei locali è stata completamente rivista. La divisione principale, visibile anche dai due ingressi separati, è rappresentata dalla parte privata, dei proprietari, e dalla zona per gli ospiti. Dove un tempo vi erano le macine del mulino ora si trova il primo salotto, quello privato dei proprietari. La zona degli ospiti è invece così suddivisa: al piano terra troviamo l’ingresso, il secondo salotto, lo studio e la reception, mentre al primo piano ci sono quattro camere da letto e i bagni di servizio, sempre parte del B&B.
È molto caratteristico il doppio tetto del vecchio mulino, struttura che ancora oggi è in ottime condizioni, proprio perché un mulino ha bisogno di basi solide. Il piano dove un tempo passava l’acqua è stato completamente interrato ma sono ancora esistenti le volte, nonostante il canale sia chiuso. La struttura è ben squadrata e tutta in pietra, rinforzata durante i lavori solo da delle chiavi esterne perimetrali preesistenti, ma rinnovate.
I solai sono stata rifatti ex novo, così come il tetto. Il riscaldamento è tradizionale mentre è presente il termo camino, così accendendo il camino si accendono i termosifoni di tutta la parte privata dei proprietari. La proprietà è di circa 4 ettari ed è presente una dependance che non è stata ancora ristruttura e che un tempo era la stalla del cavallo e in seguito il deposito del camioncino.
Il terreno è adibito a vigna e a campo, il tutto con una forma particolare data proprio dalla disposizione dei locali, nonostante le parti ad arco siano oggi interrate e sia quindi difficile comprendere che si tratta di un ex mulino.

Suggestivo casale in pietra a Serra San Quirico
Questo suggestivo casale a Serra San Quirico, completamente immerso nella campagna, nello specifico in alta collina, ha la caratteristica particolare di essere composto da più volumi tutti in pietra, che lo fanno apparire agli occhi di chi guarda come un piccolo borgo o villaggio collinare.
Infatti, oltre alla casa principale, la proprietà è dotata di altri ampliamenti e accessori.Il casale principale misura 300 mq e, durante i lavori di ristrutturazione, è stata mantenuta completamente la forma delle facciate della casa, mentre è stata ricostruita la dependance dell’accessorio, sempre in pietra, per via delle condizioni di conservazione che si presentavano strutturalmente critiche.Per quanto riguarda la distribuzione degli spazi invece, al piano terra si trova una cucina, dislocata dal piano primo al piano terra durante i lavori e dotata di un grande e nuovo caminetto, poi il salotto, la sala da pranzo e tv e un altro salotto. Al primo piano sono stati ricavati tre bagni e sei camere, una delle quali in luogo dell’originaria cucina dove si è mantenuto il camino esistente.
Gli accessori sono anch’essi adibiti ad unità abitative, per poter ospitare familiari e amici e sono rimasti inalterati sia il deposito legna che il forno funzionante. A compendio di tutto questo, l’area circostante il casale a Serra San Quirico ospita una piazzetta con il pozzo, il parcheggio, la piscina e ad una quota più bassa un’ampia area in parte coltivata, in parte boscosa e in parte occupata da un frutteto. La piscina in particolare ha una posizione molto originale, si trova infatti a circa una quota più bassa di 3 metri rispetto alla casa, vista la caratteristica del terreno scosceso. Inoltre, tutte le piante che circondano l’edificio sono utili per mantenere il terrapieno, per cui non è stato possibile costruire nei pressi.
Nonostante la posizione più bassa, dalla piscina si gode comunque di una bella vista sul panorama delle dolci e verdeggianti colline di Serra San Quirico.

Casale sulle colline di Staffolo
Il casale, posto sui verdissimi e panoramici colli di Staffolo, si presentava in completo stato di abbandono e per il 50% interamente diroccato. Il casale sulle colline di Staffolo è stata ricostruito mantenendo inalterata la parete in pietra a vista, parte della quale è stata smontata e rimontata con la stessa immagine (composizione di pietre e qualche mattone) e gli stessi colori sobri. Come è tutt’ora visibile, parte del casale è più alta e intonacata, rendendo chiara l’annessione successiva, tra la prima e la seconda guerra mondiale, per la realizzazione di una stalla moderna che durante i lavori di ristrutturazione è diventata un grande salotto, grazie anche al rifacimento di tutti i solai e dell’intera copertura con travi di quercia, filetti e pianelle.
Al piano terra abbiamo due porte rotonde, quella di sinistra dà accesso a un piccolo appartamentino per il custode, composto da piano terra e primo piano. La seconda porta invece permette di arrivare direttamente all’ingresso del casale, dove si trova una grande cucina con sala da pranzo: il piano terra perciò è formato solo da due ambienti. Al primo piano c’è invece un secondo salotto, con una grande e suggestiva libreria, la quale separa la zona notte (formata da una camera per gli ospiti) dalla sezione padronale (spogliatoio, camera da letto e bagno). La partitura delle finestre è rimasta inalterata, se non per l’aggiunta di una grande porta finestra senza apertura, quindi con vetrata fissa, posta nella parte nord ovest della casa, che è stata realizzata al fine di godere del panorama. È una finestra con ellittica, che dà perciò la sensazione di trovarsi all’aria aperta, nonostante ci si trovi nel salotto. Fortunatamente per i proprietari la vista di cui si gode dalla proprietà è rimasta intonsa negli anni.
Il tetto costa di travi, filetti e pianelle ed è corredato da un lucernaio. A compendio del casale è possibile sfruttare ben 5000 mq di giardino, con una parte adibita a garage e deposito attrezzi, un pozzo cisterna restaurato, un piccolo lago con canneto (bonificato durante l’intervento) e una piscina con prendisole in cotto.

Casale a San Severino Marche
Aliforni, comune di San Severino, è una frazione del maceratese che, come le suggestive Cingoli, Staffolo e Apiro è caratterizzata da delle case bianche e in pietra. Ciò racconta una tradizione antica, infatti nei campi limitrofi è sempre stata presente la pietra arenaria, generalmente rotonda, che i contadini un tempo accatastavano ai bordi del campo durante la fase di aratura del terreno. Alcune famiglie scelte poi, le quali conoscevano da generazione l’arte della squadratura delle pietre, si occupavano della lavorazione di questi cumuli in vista dell’inverno, così da preparare le basi per le future case. Dalla squadratura delle pietre è oggi possibile risalire al periodo e datare la casa stessa. Purtroppo, questa tradizione si è persa subito dopo la seconda guerra mondiale, per via dell’avvento di metodi più veloci e agili.
Per quanto riguarda il casale a san Severino Marche si tratta di un’abitazione parzialmente intonaca, in quanto non tutte le pietre erano in condizione di poter essere messe faccia a vista, per cui si è deciso di dare una pelle di intonaco colorato, facendo in questo modo risaltare la parte in pietra, la più particolare dell’edificio. Durante i lavori i solai sono stati rinforzati, le vecchie travi del primo livello sono state mantenute mentre il tetto è stato totalmente rifatto con travi, filetti e pianelle. Sono stati inoltre posti dei classici infissi di legno con sportelloni, anch’essi in legno. Sono stati infine realizzati dei pavimenti in cemento colorato tra il beige e il grigio per aumentare l’effetto materico.
Per quanto concerne gli ambienti, al piano terra sono stati ricavati un salotto, la cucina e lo studio, mentre al piano superiore ci sono la camera padronale e tre ulteriori stanze da letto con bagno.
All’esterno il terreno era molto scosceso, per cui è stato possibile costruire la piscina solamente ad una quota di 4-5 metri più in basso rispetto alla casa. A compendio si trova anche un fienile molto suggestivo che è stato adibito a ricovero attrezzi e garage.

Numerosette, un bed and breakfast a Cingoli
Numerosette è un suggestivo bed and breakfast a Cingoli di forma rettangolare e con copertura a capanna sito sulle colline di Cingoli, in provincia di Macerata, quello che viene definito il “Balcone delle Marche”. Nonostante si presentasse già parzialmente ristrutturato e dunque in buone condizioni strutturali, sono stati operati numeri cambiamenti per riqualificare il luogo in toto.
Questo edificio, primo di diventare un bed and breakfast, infatti è nato come una casa colonica che ha poi subito la conversione, con tanto di ampliamento, in un’attività, un’azienda agricola che sviluppava la vendita di prodotti locali, con tutti gli elementi annessi: locali per trattare alimenti, frigo ecc. Durante il processo di riqualificazione totale è stata eliminata completamente tutta la parte adibita a zona di lavorazione ed esposizione di prodotti locali.
Per via del tanto spazio e dei grandi ambienti i proprietari, una volta acquistata, hanno deciso di trasformare la struttura in un bed and breakfast immerso nel verde e con una vista invidiabile. La parte del primo livello è suddivisa in due parti: una interamente per i proprietari e un’ulteriore stanza per gli ospiti, per i quali il restauro ha permesso anche di ricavare quattro unità abitative complete di cucina al piano terra, mentre per i proprietari dell’immobile è stata riservata solamente la restante parte del primo piano, dotandola ovviamente di un accesso esclusivo. Vivendo completamente il piano terra gli ospiti avranno così un legame stretto con la natura circostante e potranno godere dei servizi offerti.
La facciata del bed and breakfast a Cingoli non si presentava completa di mattoni faccia a vista, in quanto in precedenza era stata intonacata più volte, pertanto si è deciso di cambiare solamente il colore, rendendolo più consono alla destinazione e alla posizione.
Per quanto riguarda l’esterno invece l’area antistante il prospetto sud del casale è parzialmente coperta da tendoni leggeri e a terra è stato distesa della ghiaia bianca di cava; da tale area si accede poi direttamente alla piscina immersa nella campagna e dotata di area prendisole naturale. Anche l’orto didattico è un bel pensiero, con una vista suggestiva sui monti Sibillini.

Questo edificio d’altri tempi sorge nel territorio di Cupramontana, in provincia di Ancona. L’abitazione misura circa 250 mq ed è disposta su tre livelli, all’interno dei quali troviamo quattro camere da letto, tre bagni e due salotti.
La caratteristica del “secondo livello”, ovvero la suddivisione in piano terra, primo piano e secondo piano, è tipica dell’epoca nella quale la proprietà è stata costruita ed è un esempio di dimora di carattere storico marchigiano. La zona in cui sorge, vicino Cupramontana, è collinare, in alta collina precisamente, e quindi molto panoramica.
Per l’edificio principale non è stata operata una demolizione con conseguente ricostruzione, bensì una ristrutturazione della struttura già esistente. Il paramento di pietra con mattoni ad angolo e pietre più grandi è stato mantenuto, senza alcuna aggiunta di stuccatura, sono infatti state rivisitate solo alcune finestre in modo da allinearle a quelle del piano terra ed è stata riproposta la vecchia porta ad arco già presente sul fianco dell’edificio.
Per quanto riguarda l’interno dell’abitazione invece sono stati ricavati al piano terra tre ambienti: la cucina, il soggiorno e un tinello. Un secondo tinello con due camere si trovano poi al primo piano, mentre al secondo piano c’è un’effettiva zona notte, con altre due camere. Sono inoltre ora presenti due soggiorni, uno al piano terra e uno al primo piano. Tutte i lavori sono stati attuati senza modificare il parametro esterno della proprietà, rimasto quello di oltre cento anni fa: la casa risale infatti alla fine del 1800. I materiali utilizzati per la ristrutturazione del pavimento sono in cotto perimetrale, mentre nella parte salotto e nelle camere da letto è stato utilizzato del legno.
Passando all’esterno il terreno circostante ospita un piccolo locale pluriuso, che potrebbe divenire una piccola dependance per gli ospiti. È stata costruita anche una piscina posta in una strategica posizione panoramica. Sempre per l’esterno è stata riportata alla luce l’originaria pietra arenaria locale, mentre il pozzo esistente è stato rimesso in funzione così da permetterne il riutilizzo a scopo irriguo.

Casale sui colli di Jesi
E' un tipico edificio di campagna marchigiano, con copertura a capanna e scala esterna, ed è stato restaurato mediante parziale demolizione e successiva ricostruzione utilizzando mattoni a vista per via delle condizioni nel quale versava. Questo casale sui colli di Jesi, Sito a Mazzangrugno, nei pressi di Agugliano in provincia di Ancona è caratterizzato da un paesaggio rurale molto suggestivo, che ben si sposa con la ricerca di tranquillità e il desiderio di stare a contatto con la natura.
Per quanto riguarda il progetto, è stato realizzato mantenendo le caratteristiche proprie dell’immobile, partendo dalla disposizione delle finestre, le quali non hanno subito alcuni modifica nella partitura, eccezione fatta per l’apertura di alcune porte finestre al primo piano, in modo da favorire la godibilità del panorama che la zona offre. La finestra sul timpano poi è l’unica ad essere stata ampliata tra le finestre preesistenti che sono per l’appunto rimaste tutte rigorosamente molto sobrie e con dimensioni contenute.
In merito alle dimensioni i volumi sono rimasti quelli dell’abitazione originaria e gli interni del casale sono minimali in modo quasi monastico, condizione che rende gli spazi molto puliti, ampi e ariosi per via della loro mancanza di mobilia. Tra le altre cose anche il colore è stato copiato tale e quale come si presentava quando il casale è stato trovato, un bianco tipico dell’era post seconda guerra mondiale che prima era invece assai raro trovare.
La corretta volontà dei proprietari, come è possibile notare dalla fotografia del casale, è stata quella non solo di rispettare ma anche di mantenere la storia della casa, non riempendola e non manipolandola troppo ma semplicemente donandole una manutenzione come è ad esempio accaduto con la struttura del tetto. La copertura è stata infatti demolita e poi sostituita con una realizzata allo stesso modo della precedente mediante l’uso di travi, filetti e pianelle di recupero fatte interamente a mano, per non perdere l’importante e caratteristica tradizione del luogo.

Villa moderna a Monsano
Questa villa moderna sita nella campagna di Monsano, in provincia di Ancona, è stata realizzata su un lotto di terra in zona di espansione. La villa ha la caratteristica di essere appunto moderna, con delle torri composte da mattoni faccia a vista e il tetto piano, una decisione che ha totalmente personalizzato lo stile dello stabile, poi contornato da un muro dritto con una soglia in travertino. L’unica eccezione per quanto riguarda la copertura è rappresentata dal primo piano, la cui copertura è a padiglione in acciaio e legno, proprio sopra lo studio, creando così un gioco di forme geometriche con una piramide che si interfaccia con un tetto, appunto, piano.
la villa moderna si sviluppa su due piani con una taverna posta più in basso, con propria copertura a botte. Gli interni si caratterizzano per le grandi vetrate angolari prive di pilastri d’angolo. Al piano terra si trovano una cucina, un tinello, un salotto, una lavanderia e una zona giorno dove è sito un bovindo, una finestra ad arco, che affaccia sul giardino a forma di mezzo esagono con tre lati. La zona notte è invece composta dalla camera padronale, con spogliatoio e bagno, e poi dalle camere per gli ospiti.
La pavimentazione, che fin dal piano terra è stata completamente costituita da parquet, lascia il posto alla ceramica nelle zone bagno. Gli infissi invece sono un elemento che conferisce modernità e originalità ulteriore all’edificio: il materiale che è stato utilizzato è l’alluminio e gli infissi sono privi di persiane e portelloni, con tende oscuranti e rulli, per far sì che si possa ottenere un’oscurità quasi totale. Completa i prospetti la pensilina in cemento armato che ingloba una quercia secolare esistente, traccia dell’originaria destinazione agricola dell’area.
Per quanto riguarda l’esterno invece, trattandosi di un terreno in pendenza, per dotare la villa di un garage e posto auto si è realizzato un volume a quota più bassa rispetto all’edificio dove, oltre al garage, si trova la taverna.

Edificio in pietra a San Severino Marche
